Agaricus L. 1753
Sinonimi
Agaricus trib. Psalliota Fr. 1821
Pratella (Pers.) Gray 1821
Psalliota (Fr.) P. Kumm. 1871
Specie tipo
Agaricus campestris L. 1753 : Fr.
Principali caratteri distintivi
Carpofori carnosi, talora molto carnosi, di taglia da piccola a molto grande.
Cappello asciutto, non viscido, liscio o squamoso.
Lamelle libere al gambo, perlopiù rosa carnicino o pallide da giovane, poi, con la maturazione delle spore, gradualmente bruno-porpora nerastre.
Gambo facilmente separabile dal cappello, con anello.
Carne spesso più o meno arrossante o ingiallente per sfregamento sulle superfici esterne, raramente immutabile, con odore da nullo a vario, di anice, di fenolo-iodoformio, ecc.
Sporata bruno-porpora-nerastra.
Spore lisce, ellissoidali, ovoidali, a parete spessa, in genere senza poro germinativo evidente (eccetto A. pampeanus, a spore con poro germinativo).
Epicute di tipo cutis, cutis-tricoderma (a ife cilindriche, cilindriche-filiformi, distese o tendenti a rialzarsi a ciuffi in prossimità delle squame).
Giunti a fibbia assenti.
Premessa
Il genere Agaricus è suddiviso in tre sottogeneri:
Sottogenere AGARICUS = Epicute a ife cilindriche-filamentose. Veli presenti (con anello)
Sottogenere LANAGARICUS Heinem. = Veli assenti (senza anello)
Sottogenere CONIOAGARICUS Heinem. = Epicute a elementi subsferici
I sottogeneri Lanagaricus e Conioagaricus sono costituiti da specie tropicali, non presenti in Europa. Quando nei testi di micologia si parla del genere Agaricus si intende in effetti il sottogenere Agaricus, di conseguenza, per meglio intenderci, anche noi consideriamo il sottogenere Agaricus come fosse il genere Agaricus.
Delimitazione
Il genere Agaricus si riconosce a occhio nudo per il cappello asciutto, non viscido, le lamelle libere colorate di bruno-porpora-nerastro nell’adulto per maturazione delle spore e per il gambo con anello. Non può essere confuso con nessun altro genere, tuttavia, come generi vicini citiamo: Macrolepiota e Leucoagaricus, entrambi con sporata bianca, bianco-crema; il genere Stropharia si distingue principalmente per il cappello viscido e lamelle di colore bruno-grigio-violette nell’adulto per maturazione delle spore.
Ecologia
Probabilmente tutti funghi saprofiti, anche se talune specie che crescono costantemente negli stessi siti presso alberi, fanno verosimilmente pensare ad una simbiosi micorrizzica, a crescita più o meno ubiquitaria, nei prati, nei pascoli di montagna, su dune o prati sabbiosi dei litorali, nei boschi sia di latifoglie che di conifere, in zone ruderali, nei parchi, giardini e aiuole di città, su terreni grassi, alcune specie perfino su letame di cavallo o in grotte o serre.
Commestibilità - Tossicità
In letteratura quasi tutti gli Agaricus sono considerati commestibili, eccetto le specie della sezione Xanthodermatei, ritenute tossiche per la presenza nei loro tessuti di sostanze fenoliche, sostanze tossiche per il corpo umano. Per le ridotte dimensioni e per la loro relativa rarità, noi consideriamo non commestibili tutte le specie di piccola taglia con odore di anice inserite nella sezione Minores. Tra gli Agaricus commestibili, in particolare una specie viene coltivata e commercializzate in quasi tutto il pianeta con il nome di champignon, si tratta di A. bisporus con la sua varietà bianca (A. bisporus var. albidus), crescenti perlopiù su letame di cavallo o in terreni grassi concimati con letame di cavallo.
Gli Agaricus tossici della sezione Xanthodermatei si fanno riconoscere in blocco per via dell’odore più o meno forte di fenolo (inchiostro di china) o di iodoformio, e per la carne alla base del gambo virante al giallo cromo al taglio o se scalfita. In alcune persone causano intossicazioni di tipo gastroenteriche più o meno forti, in altri individui queste intossicazioni possono passare inosservate. Le specie in cui l’odore di fenolo o iodoformio è più pronunciato sono più tossiche delle altre, ciò è dovuto alla maggiore concentrazione di sostanze fenoliche nella carne. Le specie più tossiche sono: A. iodosmus e A. xanthodermus.
Ricordiamo inoltre che gli Agaricus, in base a dati di analisi chimiche pubblicati in letteratura, rispetto altri funghi, possiedono una maggiore capacità di assorbire metalli pesanti, quindi si consiglia di consumarli con moderazione.