Leucoagaricus Locq. ex Singer 1948
Specie tipo
Leucoagaricus macrorhizus Locq. ex E. Horak 1968
Principali caratteri distintivi
Carpofori più o meno carnosi, di taglia da piccola a media, raramente grande.
Cappello da liscio a squamoso, squamoso-fibrilloso.
Lamelle libere al gambo.
Gambo perlopiù liscio, con piccolo anello imbutiforme, in genere non scorrevole.
Sporata bianca, crema-rosa pallido.
Spore lisce, ellissoidali, amigdaliformi, fusiformi, in genere più corte di 10 µm, con o senza poro germinativo, con endosporio metacromatico (anche la medulla è metacromatica).
Basidi normali, non tozzi, con Q > 2,5 (Q = rapporto lunghezza / larghezza).
Epicute di tipo tricoderma (a ife più o meno cilindriche rialzate, spesso articolate), raramente gelificate.
Giunti a fibbia assenti.
Delimitazione
il genere Leucoagaricus è costituito da funghi lepiotoidi più o meno carnosi, alcuni di essi simili a specie del genere Agaricus ma con spore biancastre, con il gambo generalmente liscio munito di anello perlopiù imbutiforme. Microscopicamente caratterizzati da spore metacromatiche più corte di 10 µm, epicute di tipo tricoderma e dall’assenza di giunti a fibbia. I generi più vicini sono: Leucocoprinus, Sericeomyces e Macrolepiota.
Leucocoprinus è ben distinto per il cappello perlopiù pruinoso-fioccoso, con il margine striato-plissettato, con epicute di tipo misto, tricoderma-plectocutis (a ife di varia forma, spesso difformi tipo puzzle), ma soprattutto per la particolare struttura dell’imenio costituito da basidi piuttosto tozzi, corti e obesi, con Q minore di 2,5, con frammisti pseudoparafisi subsferici. Sericeomyces è il genere più vicino, al punto che certi autori lo considerano come sottogenere del genere Leucoagaricus, raccoglie specie quasi completamente bianche con cappello in genere liscio d’aspetto sericeo, con epicute banale di tipo cutis (a ife distese) e spore senza poro germinativo. Quest’ultimo carattere è di grande aiuto per distinguere le specie biancastre del genere Leucoagaricus, tutte a spore con poro germinativo riunite nella sezione Annulati. Macrolepiota annovera specie perlopiù di grossa taglia, ma anche di taglia media, tutte separabili per le spore grandi, più lunghe di 10 µm, e con grosso poro germinativo prominente o tronco.
Ecologia
Funghi saprofiti a crescita perlopiù terricola, raramente lignicola, nell’humus dei boschi, sotto cespugli, tra foglie o residui legnosi in decomposizione, su residui di legno marcescente, molte specie su terreni sabbiosi dei litorali, sulle dune, nei prati, in terreni ruderali e alluvionali, nei parchi e giardini. Alcune specie rinvenibili nelle serre.
Commestibilità - Tossicità
La maggior parte di specie sono da considerare non commestibili o addirittura tossiche, sia perché per molte di esse di recente creazione non si conoscono dati di commestibilità, sia perché trattasi di funghi lepiotoidi, quindi probabilmente possono causare dei disturbi. Una sola specie bianca, piuttosto comune nei prati, nei parchi e giardini, L. leucothites, è data in letteratura per commestibile, ma noi né sconsigliamo l’uso in cucina perchè confondibile, dai non esperti, con funghi bianchi tossici, alcuni anche mortali. Tuttavia, a chi desidera consumare questo fungo, raccomandiamo di sottoporlo ad una prolungata cottura. Almeno due specie, L. bresadolae e L. badhamii, sono sicuramente tossiche.